Era troppo selvaggia e selvaggia per funzionare, l'imperatrice Josephine mi ha infilato il mio cazzo con la mano e l'ha stretto nella sua figa vuota. Ho guardato mentre le sue labbra si incurvavano verso l'alto e intorno alla manopola del mio cazzo, succhiandolo lentamente verso il basso e poi di nuovo verso l'alto, sollevandolo fino a quando ho potuto dire che era pieno fino all'orlo. Ho guardato mentre l'imperatrice Giuseppe Giuseppina teneva la testa tra i denti e sbuffava le guance, inarcando la schiena mentre succhiava il mio membro con la stessa perseveranza che ho usato io. Il mio cazzo, ho notato, sembrava pronto a scoppiare di lussuria. L'imperatrice Josephine mi afferrò i fianchi e fece scivolare il mio cazzo verso il fuoco. Gemevo, i suoi seni paffuti e pieni che si agitavano alla luce del fuoco mentre l'imperatrice mi faceva ruotare dalle ginocchia alle mani e metteva le labbra della sua figa sulla testa del mio cazzo, forzandola nella sua apertura stretta. Il suo sudore cominciò ad accumularsi più velocemente di quanto avrei creduto possibile, e cominciammo a grugnire, perdendo l'equilibrio sul terreno ghiacciato e slogando le gambe. Mi si sono aperti gli occhi, e mi sono contorcigliato nelle legature, le realizzazioni infernali della mia umiliante situazione che mi inondava. Inciampavo, cercando disperatamente di ritrovare l'equilibrio sulle braccia e sulle ginocchia. .