La dolce Ella si avvicina a me, respirando a caldo contro la mia coscia mentre le tiro indietro i capelli. "Stai bene?" Io chiedo. La dolce Ella scuote la testa. "Ok", la dolce Ella si mette i pantaloni, tirandomi ancora più vicino. "Non mi importa se sei a una dozzina di metri dal torrente più vicino o a un miglio dalla mia porta di casa", dico, parlando nella sua bocca. Immergo le mani tra i nostri corpi, tirandola più vicina. "Non importa cosa succede, non importa quanto le cose si mettano male", dico, sbattendo il mio bacino contro di lei. Vedo un po' di incertezza nei suoi occhi, ma voglio dirle quanto la desidero, anche quando ha paura. "Basta", dice la dolce Ella, togliendosi i jeans e facendoli scivolare via, per poi farli scivolare via dai suoi fianchi. "Ho detto, smettila". "Mi lamento in lei mentre le mie mani si accarezzano sopra la sua pelle, sentendo le sue labbra calde di figa calde sotto i polpastrelli. L'erba sotto di lei è ancora nuda, incrinata e sterile. Geme con più forza, ma la dolce Ella non riesce a trattenere le mani dal muoversi, mordendo il labbro. Le sue mani scorrono lungo il mio petto, fino all'inguine, fino a dove le sue punte delle dita spazzolano la fessura alla base del mio cazzo. "Fermati", chiede la dolce Ella, le mie braccia tremano. Mi siedo in su e appoggio le mie mani sui suoi fianchi, il mio petto che si solleva mentre macino indietro contro di lei. "Se non ti fermi ora, allora ti farai male", dico. .